Controllo di gestione

Dal 1990 negli enti locali è iniziato un percorso di cambiamento determinante nel campo dei controlli interni e dei controlli esterni, riassumibile in due linee di tendenza:

  • riduzione dei controlli esterni;
  • incremento di criteri quali l’efficienza, l’efficacia e l’economicità della gestione, che hanno come punto di riferimento naturale i risultati e le risorse impiegate.

In questo processo di cambiamento avvenuto coerentemente con importanti mutamenti istituzionali è dall’incremento dell’autonomia impositiva alla responsabilizzazione diretta dell’amministrazione locale sull’equilibrio finanziario è si focalizza l’attenzione sui risultati conseguiti dell’ente locale (l’equilibrio di bilancio) e sulla capacità di utilizzare al meglio le risorse disponibili.
Il sistema di controllo di gestione viene articolato in diverse fasi, come segue:

a) formulazione degli obiettivi di breve periodo, così da permettere la verifica anticipata della gestione per accertare che questa avvenga in sintonia con le linee stabilite in sede di pianificazione strategica; si devono decidere azioni, strumenti e risorse di ogni processo o attività dell’ente;

b) verifica della gestione per mezzo dell’analisi degli scostamenti, con cui si valuta il grado di realizzazione del programma precedentemente stabilito in relazione ai risultati (economici, finanziari e di performance di processo) già effettivamente conseguiti;

c) adozione dei provvedimenti correttivi nel caso in cui si siano riscontrate distonie gestionali. Questa fase è basata sull’individuazione delle cause per intervenire radicalmente sulle stesse e poterle così eliminare.
All’interno del sistema di controllo sono individuati tre momenti che caratterizzano le tipologie di controllo:

  1. controllo preventivo, tradizionalmente identificato nelle attività di budgeting (PEG):
  2. controllo concomitante, identificabile con il reporting direzionale e costituito da un sistema di rendiconti adeguatamente strutturati e in grado di segnalare le aree critiche della gestione nei suoi vari processi, come anche nella dimensione economico-finanziaria;
  3. controllo consuntivo, che consiste in un controllo dei fatti della gestione a cose avvenute, generando azioni correttive a posteriori.
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